DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA

 

 

 

DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA
DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA

 

 

Il lipedema o lipoedema è una malattia progressiva, cronica ed invalidante che colpisce quasi ed esclusivamente il sesso
femminile. Questa malattia è caratterizzata da un accumulo enorme di grasso sottocutaneo nelle gambe e frequentemente si ha anche un coinvolgimento delle braccia. Le aree edematose sono sensibili alla pressione, ma soggette anche a dolore spontaneo.
Il lipedema è abbondantemente sotto diagnosticato poiché è una malattia ancora poco conosciuta e non esistono esami del sangue o test diagnostici specifici per riconoscerla anche perché spesso presenza somiglianze cliniche con il linfedema e con l’obesità.
La malattia viene classificata in quattro stadi in base alla distribuzione e all’aspetto del deposito adiposo.
Le cause eziologiche di questa patologia sono ancora sconosciute anche se si sospettano cause genetiche; non sono però da escludere coinvolgimenti ormonali, metabolici ed infiammatori dato che la malattia si presenta già nella pubertà e può subire sbalzi durante la gravidanza e la menopausa.
Come si può prevenire il lipedema?
Il lipedema si previene a tavola seguendo un corretto stile di vita basato sulla dieta antiinfiammatoria mediterranea ricca in antiossidanti contenuti nella frutta, e nell’olio d’oliva;
bevendo almeno due litri di acqua naturale al giorno;
assumendo una giusta quantità di fibre insolubili giornalmente per favorire l’innesco e la sopravvivenza dei batteri intestinali;
limitando l’assunzione di junk food e di bibite zuccherate;
limitando l’utilizzo di cibi in scatola e di prodotti conservati e con un alto apporto di cloruro di sodio come i salumi ed i formaggi stagionati;
facendo adeguata attività fisica;
non fumando;
non bevendo alcol.
L’approccio terapeutico del lipedema, invece, è integrato e si base su tre differenti discipline:
• Un corretto approccio nutrizionale
• una terapia compressiva
• trattamento chirurgico
Per quanto riguarda la seconda e la terza disciplina ti consiglio vivamente di rivolgerti al tuo medico curante.
Per quanto riguarda l’approccio nutrizionale invece, voglio parlarti dei successi terapeutici ottenuti dalla dieta chetogenica VLCKD. Nei soggetti trattati con cicli completi di VLCKD infatti si osservano significative riduzioni delle circonferenze dei glutei, delle cosce e dei polpacci oltre ad un significativo miglioramento estetico.
Una chetogenica VLCKD è una dieta a 800 kcal giornaliere nella quale il maggiore apporto calorico è dato dai grassi. La quota di carboidrati giornalieri è di 30-50 grammi al giorno che rappresenta il 6-7 % delle kcal giornaliere; il 35-40 % dalle proteine ma attenzione: questo non vuole assolutamente dire che la dieta sia iperproteica dato che l’EFSA ha stabilito che durante la VLCDK il paziente debba assumere almeno 70 gr di proteine al fine di prevenire la cannibalizzazione della massa muscolare; la restante parte dai grassi.
La il paziente può scegliere di essere guidata in questo percorso con un protocollo alimentare a base di pasti sostitutivi, oppure con alimenti. La durata e l’intensità delle chetogenica vanno concordate scrupolosamente con lo specialista biologo nutrizionista il quale, deciderà anche le modalità di reintroduzione dei carboidrati per tornare ad un modello nutrizionale mediterraneo ipocalorico.
Nella VLCKD (very low chetogenic diet) il carburante del metabolismo non è più il glucosio, ma il grasso che innesta e supporta i processi di lipolisi che sono fondamentali per la produzione dei chetoni e della loro beta ossidazione mitocondriale per a produzione di ATP. Azzerare i picchi glicemici ci permette di controllare il rilascio di sostanze pro-infiammatorie, non ultimi gli estrogeni, e di favorire il drenaggio dei liquidi nel corpo proprio grazie alla stimolazione della diuresi indotta dall’innalzamento della chetonemia nel sangue. I chetoni nel sangue in una VLCKD ben controllata si aggirano intorno alle 5 mM quindi niente a che vedere con la cheto-acidosi diabetica per cui si parla di valori ben più alti.
In allegato trovi un articolo recentissimo scritto dalla dott.ssa Verde che lavora all’Università La Sapienza di Roma che si occupa di ricerca e sviluppo proprio in ambito VLCKD.
Se l’articolo è stato di tuo gradimento mettimi un like ed un commento positivo e, se hai ulteriori dubbi e perplessità, non esitare a contattarmi!

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