Combattere l’Obesità con lo Sport

Combattere l'Obesità con lo Sport

L’obesità è diventata una delle sfide più significative per la salute pubblica nel mondo moderno. Con uno stile di vita sempre più sedentario e abitudini alimentari poco salutari, il tasso di obesità è in costante aumento. Tuttavia, una delle soluzioni più efficaci per contrastare questa epidemia è l’attività fisica regolare. In questo articolo, esploreremo il legame tra obesità e sport, evidenziando come l’attività fisica possa essere un’arma potente nella lotta contro l’obesità.

Benefici dello Sport nella Lotta all’Obesità:

Lo sport e l’esercizio fisico regolare offrono una vasta gamma di benefici per la salute che possono contribuire significativamente alla gestione e alla prevenzione dell’obesità. Tra questi benefici ci sono:

  • Aumento del Metabolismo: L’attività fisica aiuta a accelerare il metabolismo, consentendo al corpo di bruciare più calorie anche a riposo. Questo è fondamentale per chi cerca di perdere peso o mantenere un peso ottimale.
  • Controllo del Peso: L’esercizio regolare aiuta a bruciare le calorie in eccesso e a mantenere un peso corporeo ottimale. Inoltre, favorisce la perdita di grasso corporeo, preservando al contempo la massa muscolare.
  • Miglioramento della Salute Cardiaca: Lo sport riduce il rischio di malattie cardiovascolari, tra cui ipertensione, colesterolo alto e malattie cardiache. Questi problemi di salute sono spesso associati all’obesità e possono essere significativamente ridotti attraverso l’esercizio fisico regolare.
  • Regolazione degli Ormoni: L’attività fisica può influenzare positivamente la regolazione degli ormoni coinvolti nell’appetito e nel metabolismo, aiutando a ridurre la sensazione di fame e a promuovere un migliore equilibrio energetico nel corpo.
  • Miglioramento dello Stato d’Animo: Lo sport non solo beneficia il corpo, ma anche la mente. L’esercizio fisico rilascia endorfine, noti anche come “ormoni della felicità”, che possono ridurre lo stress, l’ansia e la depressione, contribuendo a migliorare il benessere complessivo.

Strategie Efficaci per Integrare lo Sport nella Routine Giornaliera:

Per ottenere i massimi benefici dalla pratica sportiva, è importante integrare l’attività fisica nella propria routine quotidiana in modo sostenibile. Ecco alcune strategie efficaci per farlo:

  • Trova un’Attività che Ti Piace: Scegli uno sport o un’attività fisica che ti appassiona e ti diverte. Potrebbe essere qualsiasi cosa, dal nuoto alla corsa, dalla danza allo yoga. Trovare piacere nell’esercizio rende più probabile che lo mantieni nel lungo periodo.
  • Imposta Obiettivi Realistici: Fissa obiettivi raggiungibili e misurabili per la tua attività fisica. Inizia con piccoli traguardi e gradualmente aumenta la sfida man mano che migliora la tua forma fisica.
  • Programma l’Esercizio: Tratta l’attività fisica come un impegno fisso nella tua agenda quotidiana. Scegli un momento della giornata in cui sei più propenso a fare esercizio e mantienilo costante.
  • Varietà è la Chiave: Alterna tra diversi tipi di attività fisica per stimolare diversi gruppi muscolari e prevenire l’incapacità di adattamento. Questo può anche aiutare a prevenire l’eventuale noia nell’allenamento.
  • Trova un Compagno di Allenamento: L’allenamento con un amico o un gruppo può rendere l’esercizio più divertente e motivante. Potete incoraggiarvi a vicenda e tenervi responsabili.

L’Importanza dell’Alimentazione

È importante sottolineare che l’attività fisica da sola non è sufficiente per combattere l’obesità. Una dieta equilibrata e sana è altrettanto cruciale. Combina l’esercizio regolare con un’alimentazione ricca di frutta, verdura, proteine magre e cereali integrali per massimizzare i risultati e migliorare la tua salute complessiva.

Conclusioni:

L’obesità è una sfida complessa e diffusa, ma lo sport offre una soluzione accessibile e efficace per contrastarla. Incorporare l’attività fisica nella propria vita quotidiana non solo aiuta a gestire il peso corporeo, ma porta anche una serie di benefici per la salute fisica e mentale. Con una combinazione di impegno, motivazione e una buona pianificazione, tutti possono intraprendere il percorso verso uno stile di vita più attivo e sano, contribuendo così alla lotta contro l’obesità.

Scopri Il Potere Trasformativo della Consulenza Nutrizionale

Potere Trasformativo della Consulenza Nutrizionale Personalizzata

Nel mondo frenetico di oggi, dove il tempo è prezioso e l’alimentazione spesso si riduce a pasti veloci e poco bilanciati, la necessità di un approccio personalizzato alla nutrizione diventa una regola preziosa da seguire. La consulenza nutrizionale personalizzata diventa quindi un punto di partenza importante per chi cerca di migliorare il proprio stato di salute, le proprie performance ed il benessere generale. In questo articolo, esploreremo il potere trasformativo di questo approccio e percorso personalizzato alla nutrizione, evidenziando i benefici unici che può offrire.

Cos’è la Consulenza Nutrizionale Personalizzata?

La consulenza nutrizionale personalizzata è un percorso collaborativo tra un nutrizionista qualificato, il biologo nutrizionista e il cliente, finalizzato a creare un piano alimentare su misura. Questo piano è progettato tenendo conto delle esigenze nutrizionali, delle preferenze alimentari, dello stile di vita, degli obiettivi di salute e benessere del cliente, e non può che prescindere da accertate condizioni cliniche e mediche. L’obiettivo è di creare un regime alimentare che sia non solo nutriente e bilanciato, ma anche realistico e sostenibile a lungo termine.

I Benefici della Consulenza Nutrizionale Personalizzata

  • Piani Alimentari Su Misura: Ogni individuo è unico, e ciò che funziona per uno potrebbe non essere efficace per un altro. La consulenza nutrizionale personalizzata tiene conto di questa diversità, offrendo piani alimentari creati appositamente per rispondere alle esigenze individuali.
  • Supporto e Accountability: Avere un esperto al tuo fianco può fare una grande differenza. Il nutrizionista fornisce non solo guida e supporto professionale, ma funge anche da sistema di accountability, aiutando a mantenere la motivazione alta.
  • Educazione Alimentare: Una parte fondamentale della consulenza nutrizionale è l’educazione alimentare, che fornisce le conoscenze e le competenze necessarie per fare scelte alimentari informate, promuovendo un cambiamento efficace e duraturo.
  • Gestione delle Condizioni di Salute: La consulenza nutrizionale può essere particolarmente preziosa per chi soffre di patologie che sono direttamente correlate con la dieta come il diabete, l’ipertensione o le malattie cardiovascolari. Strategie alimentari mirate ed efficaci, infatti, possono migliorare l’efficacia dei farmaci e dare un risvolto clinico ottimale della gestione della patologia di cui si è affetti.
  • Miglioramento della Qualità della Vita: Oltre ai benefici fisici, un’alimentazione equilibrata e personalizzata può avere un impatto positivo anche sul benessere emotivo e mentale, migliorando l’umore e l’energia, e contribuendo a una migliore qualità della vita.

In Conclusione

La consulenza nutrizionale personalizzata rappresenta un ottimo investimento per la tua salute ed il tuo benessere. Con piani alimentari su misura, supporto professionale continuo e un focus sull’educazione alimentare, potrai trasformare il tuo approccio all’alimentazione, apportando miglioramenti significativi al tuo stato di salute fisica, al tuo benessere emotivo ed a quello mentale. Se vuoi cambiare per stare meglio rivolgiti quindi ad un professionista della nutrizione qualificato come il biologo nutrizionista. Puoi trovare un approfondimento dedicato a questo argomento anche sulla rivista Forma e Salute del mese di febbraio 2023.

Ricorda che prenderti cura della tua nutrizione è un punto di fondamentale importanza per prenderti cura di te. Inizia oggi il tuo viaggio verso un benessere trasformativo con la consulenza nutrizionale personalizzata.

La Cruciale Importanza del Ruolo del Biologo nella Nutrizione

Biologo Nutrizionista

La Cruciale Importanza del Ruolo del Biologo nella Nutrizione

Per stare bene e mantenere un buono stato di salute la nostra alimentazione deve essere varia e bilanciata e possibilmente seguire il modello di ‘dieta mediterranea’. La figura di riferimento per approcciarsi correttamente all’alimentazione è il nutrizionista sia esso biologo nutrizionista, medico dietologo oppure alla figura del dietista. Cerchiamo ora di capire perché quella del biologo nutrizionista sia però quella che può fare la differenza nel percorso per il cambiamento verso una vita più sana e consapevole.

Il Valore Aggiunto del Biologo Nutrizionista

Il nutrizionista è l’unico professionista della salute abilitato a redigere piani alimentari personalizzati, tanto che le prestazioni in fattura sono detraibili ai fini fiscali. Il nutrizionista guida ed assiste la persona   a migliorare la propria qualità di vita attraverso la dieta e la nutrizione. Quando questo professionista ha anche una formazione da biologo, si ha un netto valore aggiunto alla prestazione che riceviamo, vediamo meglio come:

 

  1. Conoscenza Approfondita dei Processi Biologici

Un biologo ha una comprensione profonda dei processi biologici e molecolari che governano il funzionamento del corpo umano. Questo consente di comprendere non solo cosa mangiare, ma anche come i diversi alimenti influenzino la risposta del corpo sia a livello cellulare che sistemico, permettendo un approccio ancora più mirato e personalizzato alla nutrizione.

 

  1. Approccio Basato sulla Scienza

Il background scientifico di un biologo assicura che le raccomandazioni nutrizionali siano basate su evidenze scientifiche piuttosto che su mode del momento o su credenze popolari. Questo approccio riduce il rischio di seguire diete potenzialmente dannose o inefficaci e garantisce che i consigli siano sia sicuri che efficaci.

 

  1. Prevenzione e Gestione delle Malattie

La comprensione dei meccanismi patologici permette al biologo nutrizionista di lavorare efficacemente sia nella prevenzione che nella gestione delle malattie legate alla dieta, come il diabete di tipo 2, l’obesità e le malattie cardiovascolari. L’intervento può quindi essere non solo curativo ma anche preventivo dato che il biologo lavora per modificare gli stili di vita e alimentazione prima che insorgano problemi di salute.

 

  1. Personalizzazione del Piano Nutrizionale

Grazie alle loro conoscenze, i biologi nutrizionisti sono in grado di creare piani alimentari altamente personalizzati che tengono conto delle specificità individuali, come le condizioni di salute esistenti, le preferenze alimentari, e persino la genetica dell’individuo.

 

  1. Educazione alla Salute e alla Nutrizione

Un biologo nutrizionista è anche un educatore. La sua capacità di spiegare concetti complessi in modo accessibile consente alle persone di comprendere meglio le ragioni dietro le scelte alimentari consigliate, promuovendo così un cambiamento duraturo verso abitudini più sane.

 

Conclusione

In conclusione, la figura del biologo nutrizionista rappresenta un ponte tra la scienza e il benessere quotidiano, dato che offre un servizio che va ben oltre la semplice prescrizione di diete. La loro formazione li rende particolarmente qualificati per guidare le persone attraverso il labirinto delle informazioni nutrizionali e per aiutarle a fare scelte alimentari che presuppongono una vita lunga, sana e felice.

 

Ricordiamo che la salute è un viaggio, non una destinazione, e avere al proprio fianco un professionista biologo qualificato può fare la differenza per  percorrerlo nel modo più equilibrato e consapevole possibile.

BIA Akern 101: Guida all’Utilizzo e Benefici

BIA Akern 101

Il test bioimpedenziometrico (BIA, dall’inglese Bioelectrical Impedance Analysis) è un metodo non invasivo e relativamente semplice per misurare la composizione corporea, ovvero la distribuzione dei diversi tessuti all’interno del corpo, come massa grassa, massa magra (muscoli, ossa e organi) e liquidi corporei. Questo tipo di analisi offre informazioni preziose per la valutazione dello stato di salute e del benessere fisico, nonché per la pianificazione di diete, programmi di allenamento e per monitorare i progressi nel tempo.

L’analisi bioimpedenziometrica (BIA) rappresenta una tecnologia rivoluzionaria nel campo del benessere e della salute. Tra gli strumenti più avanzati in questo ambito, BIA Akern 101 si distingue per precisione e facilità d’uso, offrendo a professionisti e appassionati di salute dati fondamentali per la personalizzazione dei piani di benessere. In questo articolo, esploreremo come funziona BIA Akern 101, il suo utilizzo pratico e i benefici che può portare alla tua salute.

Come Funziona BIA Akern 101

bia

BIA Akern 101 utilizza una tecnologia di analisi bioelettrica per misurare la composizione corporea. Attraverso l’invio di un segnale elettrico di bassa intensità attraverso il corpo, è in grado di determinare la quantità di massa magra, grassa, e il contenuto idrico. Questo processo, non invasivo e rapido, fornisce dati accurati che sono essenziali per sviluppare un piano di salute personalizzato.

Utilizzo Pratico di BIA Akern 101

Questo strumento è utilizzato ampiamente da nutrizionisti, personal trainer e medici per fornire una valutazione completa della composizione corporea. Grazie ai dati raccolti, i professionisti possono creare programmi di allenamento e diete su misura, monitorando i progressi nel tempo. Inoltre, BIA Akern 101 è estremamente utile per valutare il rischio di sviluppare malattie correlate all’obesità e per monitorare la salute generale.

Benefici dell’Utilizzo di BIA Akern 101

  1. Personalizzazione del Benessere: Grazie ai dati dettagliati forniti da BIA Akern 101, è possibile personalizzare i piani di allenamento e dieta per adattarli alle esigenze individuali.
  2. Monitoraggio dei Progressi: L’utilizzo regolare di BIA Akern 101 permette di monitorare i progressi nel tempo, offrendo un feedback immediato sull’efficacia del piano di benessere adottato.
  3. Prevenzione e Gestione della Salute: Identificare precocemente potenziali rischi per la salute consente di adottare misure preventive o di gestione mirate, migliorando la qualità della vita.
  4. Motivazione: Vedere i cambiamenti nella composizione corporea può servire da grande motivazione per mantenere o migliorare uno stile di vita sano.

Conclusione

Bioimpedenziometria Akern

BIA Akern 101 rappresenta uno strumento prezioso per chiunque sia interessato a migliorare il proprio stato di benessere attraverso un approccio scientifico e personalizzato. Che si tratti di perdere peso, aumentare la massa muscolare o semplicemente monitorare la propria salute generale, BIA Akern 101 offre le informazioni necessarie per prendere decisioni informate e raggiungere i propri obiettivi di salute e fitness.  

Investire in tecnologie come BIA Akern 101 significa investire nella propria salute, avvalendosi di strumenti che rendono il percorso verso il benessere non solo più efficace ma anche più motivante. Con l’adozione di questo strumento avanzato, l’accesso a una salute ottimale è più diretto e informato che mai.

OBESITA’ SARCOPENICA

obesita' e sarcopenia

OBESITA’ SARCOPENICA

 

obesita' e sarcopenia
obesita’ e sarcopenia 

“Nell’immagine acquisita mediante l’utilizzo della risonanza magnetica (RMN) si vedono nella parte alta due sezioni di muscolo tonico in un paziente non obeso e non sarcopenico.

Nella parte in basso, invece, due sezioni trasversali di muscoli infarciti di tessuto adiposo, nelle quali l’area occupata dal muscolo è nettamente inferiore a quella dell’immagine sopra, indica di una franca sarcopenia.”

 

 

 

 

 

 

 

L’obesità sarcopenica (SO) è la combinazione tra l’eccesso di grasso corporeo e la progressiva, generalizzata perdita di massa magra , nonché perdita di tessuto metabolicamente attivo, di  forza e di funzione muscolare.

La sarcopenia è riscontrabile in oltre l’80% degli anziani con obesità, dato di notevole rilevanza considerando che il 41% degli italiani di età superiore ai 65 anni è affetto da sovrappeso e il 14% da obesità (dati ADI). Questa condizione patologica aumenta significativamente la probabilità di sviluppare limitazioni funzionali e perdita di autonomia rispetto ai coetanei normopeso.

Purtroppo però questa patologia non risparmia nemmeno i giovani e questo è uno dei motivi per cui non bisogna abbassare la guardia nella lotta per combattere sovrappeso ed obesità, sensibilizzando verso corretti stili di vita, corretta alimentazione ed attività fisica. 

Il 10 ottobre 2023 la Fondazione dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) ha promosso la Giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione e prevenzione dell’obesità ponendo l’attenzione al benessere ed alla salute dei muscoli lanciando la campagna: “Come stanno i tuoi muscoli? Impara a difenderli!”. Il filo conduttore infatti è stato proprio quello di sensibilizzare sulla prevenzione, diagnosi precoce e trattamento dell’obesità sarcopenica, spesso riscontrata in soggetti sedentari, anziani o con patologie coesistenti.

Quando si parla di sarcopenia

La sarcopenia è una sindrome caratterizzata dalla graduale e generalizzata perdita di massa, forza e funzione muscolare che provoca un decadimento fisico con conseguente perdita di autonomia funzionale.
Questa condizione patologica è un processo fisiologico progressivo a partire dai 30 anni, con una diminuzione del 3-8% della massa muscolare ogni 10 anni. Gli uomini perdono più massa muscolare rispetto alle donne con aumento della massa adiposa soprattutto a livello dell’addome. Perdere massa magra muscolare riduce il metabolismo energetico e conseguente accumulo di grasso corporeo, che può provocare sovrappeso oppure obesità.

Quali sono le cause

La sarcopenia primaria è una condizione fisiologica progressiva provocata dall’invecchiamento. Diverse, invece, sono le cause che possono favorire l’insorgenza della sarcopenia secondaria:

  • riduzione del livello degli ormoni sessuali
  • diminuzione dell’ormone della crescita
  • patologie da insufficienza d’organo (fegato, cuore, rene, polmone, cervello)
  • patologie infiammatorie croniche e/o endocrine (obesità, diabete tipo 2ipertensione)
  • mancanza di attività fisica
  • disturbi della nutrizione (inadeguato apporto di proteine, disturbi gastrointestinali, malassorbimento)
  • scarsa capacità dell’organismo di convertire in energia le proteine
  • l’infiammazione

Come si manifesta

I sintomi, talvolta, non vengono riconosciuti come indicativi di sarcopenia, ma vengono erroneamente correlati all’invecchiamento o ad altre condizioni patologiche.
Tra i sintomi principali:

  • perdita di forza, fragilità, diminuzione dell’equilibrio e maggiore propensione alle cadute;
  • andatura più lenta e crescente difficoltà nell’eseguire anche le più semplici attività quotidiane.

Tutti questi fattori hanno un impatto significativo sulla qualità di vita degli anziani, contribuendo a ridurre la loro indipendenza, spingendoli verso uno stile di vita sedentario che accelera il decorso della sarcopenia.
Sensibilizzare la popolazione sul tema dell’obesità sarcopenica è importante per evitare disabilità nel futuro della popolazione.

Per una corretta diagnosi si parte sempre dalla storia clinica del paziente, dall’esame obiettivo e alla prescrizione di alcuni test clinici specifici come la valutazione dell’introito proteico, la densitometria ossea o MOC, il test bioimpedenziometrico associati al test della velocità di camminata. Ottenute tutte le informazioni anamnestiche e cliniche necessarie è utile impostare un percorso di riabilitazione personalizzato in relazione alle condizioni cliniche individuali e all’obiettivo da raggiungere.

obesita e sarcopenia
obesita e sarcopenia

Dalla diagnosi poi bisogna passare ai ripari al fine di rallentare ed osteggiare la disgregazione muscolare.

La prima cosa da fare è quella di rivolgersi ad un nutrizionista che vi imposti un piano alimentare finalizzato a soddisfare il fabbisogno proteico e che colmi le carenze della vitamina D se serve anche mediante l’utilizzo degli integratori.

La seconda è quella di impegnarsi a svolgere attività fisica regolare e programmando anche sedute in cui svolgere regolare attività fisica anaerobia.

La dieta mediterranea resta l’arma nutrizionale per definizione anche se non dimentichiamo che , nella lotta contro l’obesità, la DIETA CHETOGENICA, ci permette di perdere grandi quantitativi di  tessuto adiposo in poco tempo, ma di preservare od addirittura di incrementare il volume di massa muscolare.

Consigli Per Una Sopravvivenza Armoniosa Alle Imminenti Festivita’ Natalizie 2023-2024

IL PAZIENTE DISFAGICO

CONSIGLI PER UNA SOPRAVVIVENZA ARMONIOSA ALLE IMMINENTI FESTIVITA’ NATALIZIE 2023-2024

Ormai ci siamo!

Tra esattamente sette giorni sarà Natale! E lo sarà in tutto il mondo. Un pensiero va diretto a chi è meno fortunato di noi, a chi il lauto pasto e una buona felice e serena compagnia se la può scordare anche se è Natale…

A noi però la gioia di poterlo trascorrere, intorno ad una bella tavola imbandita, con le persone che più amiamo.

Ma facciamo un passo indietro, nel titolo ti parlo proprio di SOPRAVVIVENZA ARMONIOSA ALLE IMMINENTI FESTIVITA’. Esattamente cosa voglio dire?

  • Per prima cosa che dovete andare alle occasioni di ritrovo con le persone a cui volete bene e cibarvi con loro del lauto pasto. E sempre come primissima cosa NON dovete sentirvi in colpa se mangerete due fette di salame nostrano, quello buono e se chiuderete il pasto con una fetta di panettone artigianale magari prodotto a ‘KM ZERO’ dal fornaio sotto casa. Vi posso garantire che non ha mai Ri-Preso nessuno 10 kg per una bella mangiata.

Se sei a dieta chetogenica, ma non sai che fare. Ti rimando al punto sopra. Uscirai dalla chetosi è vero, rallenterai la tua discesa, ma di certo non riprenderai il peso che hai perso per una bella mangiata che, oltre ad averti deliziato il palato, ti ha aperto il cuore. E per i giorni a seguire torna al tuo schema concordato con il tuo biologo nutrizionista, magari concedendoti qualche zuccherino in più a colazione come ad esempio una fettina di pandoro o di panettone che tanto poi non mangerai più fino al prossimo anno e durante gli spuntini di metà mattina un cioccolatino, meglio se di cioccolato fondente. A seguire, dopo l’8 gennaio sarà poi tua premura contattare il nutrizionista che ti segue per fare il punto della situazione e ripartire grintoso verso la meta.

  • Punto secondo: se anche da voi, Santa Lucia ha lasciato una lauta scia di zuccherini, vuol dire che siete stati davvero bravi e che ve li siete meritati tutti.

Scherzi a parte, attenzione alle abbuffate continue, anche se finalizzate a consumarli tutti e velocemente in modo tale da non averli più in casa. Il carico di zucchero alza velocemente la glicemia nel sangue e l’unico modo che il corpo ha per abbassarla è quello di rilasciare costantemente carichi di insulina per portarla entro i limiti di normalità. In questo modo si perpetua un up and down continuo, una costante sensazione di pieno e vuoto, di iperglicemia ad ipoglicemia. Una precisazione: durante la fase down di abbassamento della glicemia da parte dell’insulina, lo zucchero viene trasformato in trigliceridi, acidi grassi, che vengono prontamente portati nelle cellule adipose come se venissero portati in un magazzino. Immagina quindi il risultato di up and down che si perpetua per giorni e giorni con picchi glicemici altissimi dovuti agli zuccherini…

Quindi, un po’ di equilibrio anche quando vuoi mangiare ed eliminare l’eccesso di dolci che hai per casa: consuma le merendine a colazione e concediti uno zuccherino in uno dei due spuntini spezza fame e mai subito dopo il pranzo o, peggio ancora la cena.

  • Punto terzo: non dimenticarti di idratarti bene e di muoverti.

Se non riesci a bere l’acqua puoi sempre optare per le tisane tiepide insaporite con succo di limone. Idratati bene e costantemente e assumi almeno un litro e mezzo di acqua fuori dai pasti principali.

Infine cerca di muoverti, vai a fare una passeggiata a passo spedito almeno due o tre volte alla settimana della durata di media di un’ora. Se il tempo è brutto scegli di utilizzare il tapis roulant o la cyclette.

  • Punto quarto: se hai occasione di trascorrere qualche giornata di ferie approfittane per fare il pieno di sonno, di un buon sonno rigenerante e per dedicarti agli hobby che tanto ti piace fare.
  • Punto quinto: come far fronte alla sensazione di pesantezza e di gonfiore?

Abbiamo detto si alla mangiata di Natale per deliziare il palato ed il cuore, ma consiglio vivamente di non perpetuare però le abbuffate per giorni! Nei giorni successivi al Natale, quindi, cerca di ‘stare leggero’, abbassa la grammatura del pane e della pasta, prediligi carni magre o pesce azzurro e ABUSA di verdura! Meglio se cotta oppure sotto forma di passati o creme (con zero patata!)

Eventualmente potresti anche fare uso di integratori che ti aiutino a controllare i sintomi legati ad una digestione appesantita, ma per un’indicazione specifica ti consiglio di contattarmi.

  • Punto sesto: come far fronte ai sintomi della gastrite?

Come già detto al punto sei, pasto lauto sì, ma non tutti i giorni!

La stessa cosa dicasi per gli alimenti ricchi di grassi saturi come ad esempio il panettone ed il pandoro ed il cioccolato, che oltre ai grassi contiene anche una buona dose di caffeina, la stessa contenuta nel caffè, ma che irrita la mucosa dello stomaco. Anche la frutta potrebbe darti fastidio, anche e soprattutto quella a guscio non pelata. Un alimento che potrebbe venire in tuo soccorso per controllare la sintomatologia dolosa dei crampi allo stomaco è lo zenzero; magari mangiato, o meglio bevuto, sotto forma di tisana.

  • Punto settimo: sei diabetico?

Va bene la mangiata in compagnia, ma non dimenticarti che il tuo pancreas non lavora come il pancreas di una persona in salute. Quindi va bene un po’ di tutto, ma ricordati di dimezzare la dose. Ricordati che la tua insulina è insufficiente per contrastare i picchi glicemici e che la terapia potrebbe essere inattivata dal carico di zucchero eccessivo. Quindi sii attento a quello che mangi e dimezza, oppure riduci ad un terzo, la tua porzione rispetto a quella di un commensale sano soprattutto se hai deciso di assaggiare il pandoro o il panettone ed hai già fatto il pieno di carboidrati con il primo piatto. Evita abbuffare prolungate e cerca di tornare nel più breve tempo possibile alla tua ‘dieta alimentare’ personalizzata e finalizzata a migliorare il tuo compenso glicemico.

E con il settimo punto ho concluso la mia ‘griglia di sopravvivenza per le festività 2023-2024’.

Se però leggendo questo approfondimento ti sono venuti altri dubbi e vuoi farmi qualche altra domanda, scrivimi pure qua sotto e farò in modo di risponderti nel più breve tempo possibile, oppure scrivimi in whatsapp!

Buon Natale !

Dieta Chetogenica E Lipedema

DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA

DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA

 

 

 

DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA
DIETA CHETOGENICA E LIPEDEMA

 

 

Il lipedema o lipoedema è una malattia progressiva, cronica ed invalidante che colpisce quasi ed esclusivamente il sesso
femminile. Questa malattia è caratterizzata da un accumulo enorme di grasso sottocutaneo nelle gambe e frequentemente si ha anche un coinvolgimento delle braccia. Le aree edematose sono sensibili alla pressione, ma soggette anche a dolore spontaneo.
Il lipedema è abbondantemente sotto diagnosticato poiché è una malattia ancora poco conosciuta e non esistono esami del sangue o test diagnostici specifici per riconoscerla anche perché spesso presenza somiglianze cliniche con il linfedema e con l’obesità.
La malattia viene classificata in quattro stadi in base alla distribuzione e all’aspetto del deposito adiposo.
Le cause eziologiche di questa patologia sono ancora sconosciute anche se si sospettano cause genetiche; non sono però da escludere coinvolgimenti ormonali, metabolici ed infiammatori dato che la malattia si presenta già nella pubertà e può subire sbalzi durante la gravidanza e la menopausa.
Come si può prevenire il lipedema?
Il lipedema si previene a tavola seguendo un corretto stile di vita basato sulla dieta antiinfiammatoria mediterranea ricca in antiossidanti contenuti nella frutta, e nell’olio d’oliva;
bevendo almeno due litri di acqua naturale al giorno;
assumendo una giusta quantità di fibre insolubili giornalmente per favorire l’innesco e la sopravvivenza dei batteri intestinali;
limitando l’assunzione di junk food e di bibite zuccherate;
limitando l’utilizzo di cibi in scatola e di prodotti conservati e con un alto apporto di cloruro di sodio come i salumi ed i formaggi stagionati;
facendo adeguata attività fisica;
non fumando;
non bevendo alcol.
L’approccio terapeutico del lipedema, invece, è integrato e si base su tre differenti discipline:
• Un corretto approccio nutrizionale
• una terapia compressiva
• trattamento chirurgico
Per quanto riguarda la seconda e la terza disciplina ti consiglio vivamente di rivolgerti al tuo medico curante.
Per quanto riguarda l’approccio nutrizionale invece, voglio parlarti dei successi terapeutici ottenuti dalla dieta chetogenica VLCKD. Nei soggetti trattati con cicli completi di VLCKD infatti si osservano significative riduzioni delle circonferenze dei glutei, delle cosce e dei polpacci oltre ad un significativo miglioramento estetico.
Una chetogenica VLCKD è una dieta a 800 kcal giornaliere nella quale il maggiore apporto calorico è dato dai grassi. La quota di carboidrati giornalieri è di 30-50 grammi al giorno che rappresenta il 6-7 % delle kcal giornaliere; il 35-40 % dalle proteine ma attenzione: questo non vuole assolutamente dire che la dieta sia iperproteica dato che l’EFSA ha stabilito che durante la VLCDK il paziente debba assumere almeno 70 gr di proteine al fine di prevenire la cannibalizzazione della massa muscolare; la restante parte dai grassi.
La il paziente può scegliere di essere guidata in questo percorso con un protocollo alimentare a base di pasti sostitutivi, oppure con alimenti. La durata e l’intensità delle chetogenica vanno concordate scrupolosamente con lo specialista biologo nutrizionista il quale, deciderà anche le modalità di reintroduzione dei carboidrati per tornare ad un modello nutrizionale mediterraneo ipocalorico.
Nella VLCKD (very low chetogenic diet) il carburante del metabolismo non è più il glucosio, ma il grasso che innesta e supporta i processi di lipolisi che sono fondamentali per la produzione dei chetoni e della loro beta ossidazione mitocondriale per a produzione di ATP. Azzerare i picchi glicemici ci permette di controllare il rilascio di sostanze pro-infiammatorie, non ultimi gli estrogeni, e di favorire il drenaggio dei liquidi nel corpo proprio grazie alla stimolazione della diuresi indotta dall’innalzamento della chetonemia nel sangue. I chetoni nel sangue in una VLCKD ben controllata si aggirano intorno alle 5 mM quindi niente a che vedere con la cheto-acidosi diabetica per cui si parla di valori ben più alti.
In allegato trovi un articolo recentissimo scritto dalla dott.ssa Verde che lavora all’Università La Sapienza di Roma che si occupa di ricerca e sviluppo proprio in ambito VLCKD.
Se l’articolo è stato di tuo gradimento mettimi un like ed un commento positivo e, se hai ulteriori dubbi e perplessità, non esitare a contattarmi!

Paziente Disfagico

IL PAZIENTE DISFAGICO

Mi sono approcciata alle necessità nutrizionali di questa tipologia di pazienti nel 2017, quando mi venne conferito l’incarico come Nutrizionista nella RSA Faccanoni di Sarnico.

La disfagia orofaringea è un disturbo alla deglutizione e può essere causata da diverse patologie mediche o chirurgiche. Può interessare persone in età avanzata o coloro che hanno patologie neurologiche quali l’ictus, il Parkinson e la SLA.

Si verifica con frequenza dopo chirurgia del distretto testa-collo o in seguito a terapie farmacologiche e/o radioterapiche, in concomitanza di anomalie scheletriche del distretto cervicale o malattie del connettivo, in associazione a sintomi da reflusso gastro-esofageo.

Può anche causare soffocamento, malnutrizione, insufficienza respiratoria e infiammazione dei polmoni perché il materiale alimentare confluisce nel canale respiratorio, piuttosto che in quello digerente.

Fondamentale evitare di somministrare cibi di piccole dimensioni come riso o cibo a tocchetti e cibi liquidi dato che i pazienti hanno difficoltà a spingere il cibo nell’esofago e quindi nello stomaco.

La consistenza deve essere quella di una mousse ben amalgamata che li aiuti a nutrirsi correttamente ed a prevenire episodi di vomito e di gravi episodi di polmoniti ab ingestis e che permetta loro di contenere il grado di sarcopenia e/o malnutrizione che fisiologicamente può insorgere nei pazienti anziani.

La gestione del paziente anziano disfagico in ogni caso è fortemente condizionata dalla mano dell’operatore che ‘frulla’ gli alimenti e che gelifica l’acqua; condizionata per altro dalla mano dell’operatore che somministra il cibo e che tiene un diario alimentare dei pasti.

A fronte di tutte queste premesse credo che la scelta della RSA Faccanoni di Sarnico di affidare la gestione dell’alimentazione del disfagico ad IoSano sia stata davvero una scelta terapeutica e nutrizionale intelligente e lungimirante. Intelligente perché grazia al supporto della tecnologia si preparano pasti effettivamente bilanciati e con una consistenza adeguata a favorire la deglutizione; lungimirante perché in questo modo si gestiranno al meglio eventuali problematiche legate alla sarcopenia ed alla malnutrizione.  

Nella locandina in allegato trovate il programma del corso che si svolgerà nelle giornate del 01 dicembre del 2023, 19/gennaio 2024 e 01 marzo 2014.

Il 01 dicembre anche io farò un breve intervento nel quale parlerò in termini generali dell’alimentazione nel paziente anziano istituzionalizzato e spiegherò al personale presente le strategie che attueremo per migliorare la gestione del paziente diabetico e di quello nefropatico non dializzato.

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Se invece hai domande specifiche in merito all’argomento scrivimi in DM oppure contattami ai miei recapiti.

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Cibo Sintetico O Cibo Made In Italy?

Cibo Sintetico O Cibo Made In Italy?

Come cambieranno le nostre abitudini alimentari mediterranee con l’arrivo del cibo in provetta?

 

 

 

Il 9 novembre ho partecipato a Bolgare, alla tavola rotonda ” Cibo sintetico o cibo Made in Italy: “Una scelta di valore e di valori”.
Serata divulgativa inserita nella programmazione per la celebrazione della 73° Giornata Provinciale del Ringraziamento, organizzata da Coldiretti Bergamo.
Il cibo sintetico è un’invenzione delle grandi multinazionali le quali hanno riprodotto in laboratorio le proteine del muscolo degli animali da carne, le proteine del latte ed altre tipologie di proteine ‘alimentari’. Ad oggi questi prodotti di sintesi sono al vaglio delle autorità competenti le quali ne stanno valutando la sicurezza alimentare.
Probabilmente un giorno anche questi prodotti di sintesi verranno commercializzati, ma per ora, dati anche gli altissimi costi di produzione, la carne sintetica è fruibile ed acquistabile solo negli USA ed in Israele.
Questo nuovo scenario aperto dalle biotecnologie e dell’ingegneria tissutale apre un’importante riflessione sul futuro della ‘dieta mediterranea’ e dei valori della tradizione alimentare, culturale,
agro-alimentare e zootecnica che essa porta con sé. La DM, infatti, è stata per millenni il perno evolutivo delle popolazioni dell’area mediterranea tanto che il 16 novembre del 2010 è stata addirittura iscritta dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale dell’Umanità.
“Dieta Mediterranea Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità in quanto esempio di ricchezza culturale legata al territorio, alla convivialità, alla società con l’alimento che si trasforma in un vero
e proprio atto di relazione e condivisione.”
La ricchezza culturale e nutrizionale della DM è stata addirittura al centro di una riflessione che, insieme alle collaboratrici dott ssa Rosa Facchi e sig.ra Valeria Muntenau, ho proposto agli studenti nella settimana diocesana della cultura che si è svolta dal 15 al 23 aprile 2023 in alcune parrocchie della Bergamasca per celebrare Bg-BS Capitali della Cultura.
Partendo infatti dall’analisi di un affresco dipinto a lato destro del presbiterio della pieve di San Pietro a Tavernola Bergamasca (chiesa per altro balzata agli onori della cronaca per un affresco del pittore Girolamo Romanino) abbiamo rilevato la presenza di una cornice del Quattrocento, probabilmente  al secolo affrescata, nella quale si ritraggono elementi della flora e della fauna locale con particolare riferimento all’uva ed alle olive, frutti tradizionalmente appartenenti alla macchia mediterranea.
Da qui l’idea di elaborare una piramide artistica mediterranea sebina che allora come oggi rappresenta il perno della nostra identità culturale ed alimentare.
A fronte di questa riflessione viene da chiederci: cosa mangeranno le persone che abiteranno le rive del Sebino tra quattrocento anni? Ai posteri l’ardua sentenza.’

 

 

Dieta chetogenica e mal di testa

Dieta chetogenica e mal di testa
E’ ormai opinione comune e molto diffusa associare la dieta chetogenica al dimagrimento veloce dei soggetti in sovrappeso ed obesi, ma sapete in realtà quando e perché venne scoperta la dieta chetogenica? La dieta chetogenica venne scoperta negli anni ’20 dal dott Peterman il quale applicò il protocollo ai bambini affetti da epilessia e per i quali non si conoscevano terapia farmacologiche adeguate a contenere il numero di attacchi epilettici ed a modularne i sintomi. La dieta mima-digiuno si dimostrò in effetti una valida alleata per il miglioramento della qualità di vita di questi pazienti. Successivamente poi, negli anni Quaranta, la dieta venne messa da parte grazie alla scoperta dei farmaci anti-epilettici, ma tornata in auge, in ambito neurologico negli anni Ottanta per ‘Charlie’, il bimbo americano affetto da epilessia farmaco-resistente per il quale la scienza medica non aveva risposte terapeutiche efficaci. Il caso di Charlie fece strada tanto che ad oggi, anche in Italia, abbiamo dei centri specializzati e dedicati alla gestione del protocollo nutrizionale di questi pazienti. Uno dei migliori centri di riferimento nazionale per la gestione nutrizionale chetogenica dei pazienti epilettici farmaco resistenti e da deficit da GLUT-1 (una rarissima sindrome genetica che impedisce al glucosio di arrivare nel cervello) si trova a Pavia, al Policlinico S. Matteo. E’ il Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche sulla Nutrizione Umana e i Disturbi del Comportamento Alimentare ed è diretto dalla professoressa Anna Tagliabue. Il meccanismo d’azione che sembra essere correlato alla diminuzione degli attacchi epilettici implica un aumento della produzione di ATP a livello mitocondriale e quindi una maggiore quantità di energia metabolica alla cellula, oltre ad una ridotta eccitabilità neuronale. Negli utili anni si è però fatto un gran parlare della correlazione empirica tra la prescrizione della dieta chetogenica nei pazienti in sovrappeso, obesi, affetti da sindrome metabolica, infiammazione low grade, diabete e la diminuzione della frequenza degli attacchi di mal di testa, definito anche emicrania. La lipolisi e la beta ossidazione dei corpi chetonici controllano in maniera efficace l’insorgenza delle ipoglicemie facendo in modo che il paziente possa beneficiare costantemente di energia metabolica senza dover necessariamente dover dipendere dal glucosio. Il paziente che segue pedissequamente la terapia alimentare chetogenica non andrà mai in ‘vuoto metabolico’: dalla beta ossidazione costante di corpi chetonici otterrà costantemente ATP a livello mitocondriale. Questo meccanismo che potremmo definire ‘always full’ è responsabile della percezione di benessere dell’organismo a cui è associata una netta diminuzione della stanchezza e della frequenza degli attacchi di mal di testa. Per quanto riguarda l’infiammazione generalizzata, inoltre, teniamo presente che il tessuto adiposo ha un ruolo pro-infiammatorio in grado addirittura di peggiorare le sintomatologie delle patologie da cui è affetto un organismo.  Alla luce di quanto abbiamo detto, quindi pensiamo alla chetogenica anche come un valido alleato per abbassare il grado di infiammazione generalizzata nel nostro organismo. Se hai domande, dubbi e o perplessità non esitare a contattarmi, oppure lasciami un messaggio qua sotto e sarai ricontattato al più presto!  
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